Fabrizio Pianosi – Italia . E oggi parlerò di lui, Fabrizio. E anche con lui ho qualcosa in comune. La prima è la regione Marche, la seconda gli origami e la terza è che abbiamo iniziato a piegare da zero e da soli. Nonostante viviamo nella stessa regione, non abbiamo mai avuto il piacere di piegare insieme un origami ma, chissà. Mai dire mai, soprattutto perché quest’anno, Pesaro è capitale della cultura
Vi assicuro che la compagnia di un origamista è piacevole perché ti insegna altri punti di vista da tenere in considerazione.
Anche per lui ho pensato ad alcune domande. Iniziamo a conoscerlo meglio.
1: Che età avevi quando sono entrati gli origami nella tua vita? E perché?
Gli origami sono entrati nella mia vita saltellando, come saltella la rana (kaeru) che nella tradizione giapponese viene regalata come augurio a chi inizia ad intraprendere un lungo viaggio.
Per me è stato per l’appunto, quello nel mondo degli origami.
Avevo circa trent’anni e fino a quel momento avevo solo piegato le classiche forme che tutti i ragazzi piegavano.
Piccoli aerei, inferno-paradiso, barchette ecc. non sapendo neanche che facevamo origami visto che la parola origami entra nel Devoto-Oli solo nel 1979 ed io ero già grande.
Un giorno per caso una mia collega d’ufficio tira fuori dalla sua borsa questa rana salterina che il figlio aveva portato da scuola e da lì è scattata la mia curiosità.
Una bella curiosità che mi ha portato a smontarla e ripiegarla fino a quando non sono riuscito a replicarla.
Poi da lì libri su libri, pieghe su pieghe e origami su origami, tutto e solo in modalità autodidatta … insomma, mi son fatto tutto da me !!!
2: Cosa significa per te diffondere gli origami? Tu gestisci una pagina Facebook dedicata a questa meravigliosa arte. Ci vuoi raccontare qualcosa su di essa?
Come ho detto, è dall’età di trent’anni che ho iniziato a piegare, ma la famiglia, l’impegno sul lavoro e la grande passione che ho sempre coltivato per lo sport, dove ancora alleno ragazzi di una scuola calcio, non mi lasciavano spazio per dedicarmi all’arte degli origami per come mi sarebbe piaciuto se non per sporadiche creazioni in occasioni di eventi particolari.
Tutto cambia però nel momento in cui ho smesso di lavorare, infatti il primo Settembre del 2018 insieme a mia moglie, navigando in Internet, siamo capitati per caso in un gruppo scolastico a cui lei era iscritta che parlava anche di origami e da lì l’idea di creare un gruppo tutto nostro che parlasse e diffondesse l’arte degli origami.
Nasce così “ S … PIEGARE GLI ORIGAMI “ che con oltre 17.000 iscritti da più di cento paesi, ad oggi, si colloca tra i primi posti dei siti italiani ed ha come unico scopo quello di far conoscere e quindi diffondere l’arte degli origami cercando di arrivare alla gente che magari fino ad oggi non ha mai fatto una piega.
Ecco, diffusione per me è questo, arrivare a chi gli origami non li conosce, a chi non ha mai fatto una piega perché se quest’arte rimane racchiusa tra quelli che comunque sanno di origami, il cerchio si chiude.
Gestire questo gruppo mi comporta comunque dedicarci diverse ore al giorno perché oltre a pubblicare i miei lavori ed autorizzare creazioni che provengono da tutte le parti del mondo, mi preoccupo anche di trovare in rete e pubblicare tutorial, diagrammi, CP ed articoli che ritengo interessanti, in modo d’avere sempre un gruppo aggiornato ma soprattutto alla portata delle persone che si approcciano magari per la prima volta a piegare qualche cosa.
La pagina Facebook è comunque di tutti e tutti i lavori che mi inviamo vengono pubblicati senza nessun tipo di recensione perché gli origami sono di tutti e non si finisce mai di migliorare ed imparare cose nuove.
3: Secondo te, gli origami che aiuto possono dare a chi ha problemi di socialità?
Oltre a gestire un gruppo di origami sui social, io mi vedo impegnato anche con vari incontri sugli origami, nelle scuole, in centri di solidarietà, associazioni di volontariato, camp estivi ed in tutte quelle occasioni in cui mi si chiede di sedersi attorno ad un tavolo per piegare qualche cosa insieme.
Abbiamo avuto inoltre anche la possibilità di ritagliarci uno spazio televisivo in una trasmissione di ragazzi prodotta da una tv locale.
Da ognuno di questi incontri ti porti a casa sempre qualche cosa di nuovo ma ciò che riscontri ogni volta è lo stupore e la meraviglia che ogni persona coinvolta dal progetto ha nel momento in cui completa la sua creazione.
“E’ meravigliosa, non lo pensavo possibile, non credevo esistesse un mondo simile … “, queste sono le espressioni più comuni.
Ho persino avvicinato una persona, durante uno di questi incontri, che alla domanda, vuoi piegare un gufo mi ha risposto:
“io faccio il camionista, hai visto che mani ho ???”
Ebbene quella persona non solo ha piegato il gufo aiutando anche il suo vicino di tavolo, ma alla fine del percorso, alzandosi dal tavolo visibilmente emozionato, è venuto verso di me ringraziandomi per quello che ero riuscito a fargli fare.
Ora potrei raccontarti tutto ciò che puoi anche trovare sui libri o in rete, sulla socialità degli origami ma a me basta questo episodio per farti capire la magia degli origami e come quest’arte possa fare bene alle mani, al corpo e soprattutto alla mente e se stai bene con te stesso di conseguenza stai bene anche con gli altri.
4: Cosa hai appreso da un origami?
Dagli origami ho appreso che danno dipendenza.
Una dipendenza sana, una dipendenza che ti porta a piegare qualunque cosa tu abbia tra le mani, anche il coperchio del barattolo dello yogurt.
Una dipendenza che ti porta a piegare in qualunque luogo lasciando magari la creazione sul posto o magari regalandola ad un bambino e vederlo felice.
Sono stato felice nel momento in cui Leyla Torres, una delle più grandi origamiste americane, mi ha contattato chiedendomi l’autorizzazione per fare un tutorial della mia volpe che aveva visto pubblicato in rete con una mia sequenza fotografica.
Un origami ti porta ad evadere dal mondo e ad entrare nel tuo mondo dove esisti solo te ed il tuo percorso di piega.
Tutto è meraviglioso e capisci che la bellezza sta tutta nel viaggio ed in ogni passaggio dove ti chiedi continuamente con stupore … “ come avrà fatto a pensare a questa piega “.
Un origami ti porta ad apprezzare più la carta che avvolge il regalo che il regalo stesso.
Ti porta a creare progetti tutti tuoi, ideati da te e vederli poi piegati in varie parti del mondo e ti senti che, come ha detto una mia amica:
“diffondi la bellezza” ed al giorno d’oggi è una cosa rara e di cui se ne sente un gran bisogno.
Spero di essermi s … piegato !!!
Fabrizio
Caro collega, ti sei s…piegato benissimo! Tantissime cose che hai scritto fanno parte anche della mia vita, una di queste è la consapevolezza che ho su questa bellissima arte. Un origami può davvero migliorare tante cose.
Basta volerlo fare.