I colori negli ospedali – Quando si parla di ospedali, un velo di tristezza avvolge il nostro spirito.
Spesso la nascondiamo dietro a sorrisi accennati forse per far capire che in certe occasioni è meglio stare in silenzio, piuttosto che dire parole senza senso.
Il colore, invece, non mette tristezza, lo troviamo dovunque, in qualunque angolo della nostra esistenza.
Chi entra in un ospedale è perché sta male, oppure perché deve andare a trovare un suo caro amico o parente. Ma non sempre è così brutto, guardiamo anche i lati positivi.
Pensiamo anche al fatto che li dentro, ci salvano la vita.
In ospedale ci nascono anche i bambini ed è subito una grande gioia, lo si capisce dai vari nastri appesi sulle porte delle stanze della mamma. Fiocchi azzurri o rosa oppure entrambi.
Dell’ospedale notiamo i medici e gli infermieri con i loro camici puliti e candidi che si riuniscono per parlare dei casi più complicati.
Notiamo i loro sguardi mentre ci visitano e qualcuno accenna anche un sorriso.
Ma sono anche sicura che non notiamo i colori di cui è composto l’ospedale che ci “ospita”.
Non notiamo nemmeno le scritte sulle porte dei vari reparti: nome del reparto, direttore del reparto e orari di visita ai pazienti.
Non sentiamo il rumore degli zoccoli che indossano e questa è buona cosa. Ah già, non ci sono più gli zoccoli di una volta nei reparti ospedalieri. Menomale.
Quelli del 1980 li ricordo bene, benissimo.
Ed ecco cosa osservo io
Pavimenti beige e verdi, pareti bianche e sedute di legno con il cartello semi-staccato con scritto “vietato sedersi”.
Ascensori per il pubblico, ascensori per le barelle o per le sedie trasporto persone.
Croce Rossa e Croce Verde. Croci private e urgenze.
Uscite di sicurezza, estintori rossi come il fuoco, controllo di sicurezza e porte gialle tagliafuoco con maniglione antipanico.
Finestroni con luce naturale, plafoniere incastonate nel soffitto con luce artificiale e cartelli. Tanti cartelli.
Pazienti impazienti con accompagnatori più impazienti di loro. Anziani e giovani insieme. Figli con madri, figlie con padri.
<<Sono le 8 uff, ho appuntamento alle 8, sbotta.>>
<<Tutti hanno appuntamento alle 8, signora. Prenda il numerino e attenda il suo turno>>
Sala d’attesa riservata: poltrone rosa, pareti blu, lampadari rotondi e pendenti, quadri astratti luccicanti, tv accesa e tende bianche. Quattro bottiglie di acqua per i pazienti, bicchieri, grissini, brioches all’amarena o albicocca, fette biscottate, marmellata.
Infine, in un altro reparto, un lungo corridoio vivacizzato dal pavimento fatto di strisce multicolore e quadri sulle pareti.
Quadri colorati, bellezza dipinta, astratta e targhette con i nomi di artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Piano 2.
Ecco come, secondo me, dovrebbe essere una sala di aspetto: pavimenti verdi come prati, sulle pareti murales di paesaggi naturalistici e sedute in legno. Pensate appunto, di trovarvi in una sala di aspetto e di fronte a voi una parete dove si vede una montagna semi innevata, sole, cascate e tanta bellezza naturale…Immaginate ora il viaggio attraverso la mente che per qualche momento vi allieta i minuti di attesa spesso insopportabili
Oppure…Cliccate sul link “Ospedali Dipinti” che troverete nelle righe poco più sotto, giusto per farvi un’idea di cosa parlo!
Detto questo, se i colori negli ospedali…
Se venissero usati di più, soprattutto in reparti di terapie particolari, aiuterebbero ad avere una visione più ampia e positiva dei nosocomi degli anni ’80.
Ringrazio, per la gentile concessione all’utilizzo dell’immagine “Ospedali Dipinti“ e l’artista Silvio Irilli che lo ha fondato.
I colori negli ospedali non solo aiutano i pazienti, ma anche chi gli sta accanto.