Invito alla riflessione – Il titolo della mia prima personale in ambito “pittura”, era ed è tutt’ora “Anima in Technicolor“.
In tanti mi hanno chiesto se i dipinti fossero ispirati a quei titoli. Diciamo che l’ispirazione, o meglio l’idea di collegarli ad alcuni film è arrivata alcuni mesi dopo averli dipinti. Successe così, un po’ per caso.
Avete presente quando ci troviamo a fissare un punto indefinito che non ascoltiamo nemmeno chi in quel momento ci sta parlando?
Ecco. Successe che mi trovai di fronte ad uno di quei dipinti e iniziai a fissarlo, ero ipnotizzata.
Come avrete notato, in tutto sono dieci tele ma solo una è senza titolo, la prima che vedete nella galleria sull’articolo ” Anima In Technicolor e che vi ha riportato a questa pagina.
Il quadro “No Name”
Il titolo che avevo in mente l’ho tralasciato apposta perché quando lo guardai ci vidi dentro un Horror. Ho pensato bene di riportarvi solo una piccola citazione dell’attore principale del film in questione:
“Le cose non hanno una logica chiara: il buono non porta né al buono né al cattivo. La gente ruba e non viene arrestata, vive una vita comoda. Altri mentono, imbrogliano e vengono eletti; c’è chi si ferma ad aiutare un automobilista in panne e viene travolto da un tir che corre spedito. Non c’è spiegazione. Quello che conta è giocarsi bene le carte che abbiamo.”
John Jigsaw (Tobin Bell)
Da qui nasce la riflessione – Invito alla riflessione
Ho voluto coinvolgere il mio pubblico invitandoli “a riflettere“. Di fianco al quadro capofila senza titolo c’erano dei fogli ed una penna. Il primo foglio riportava quanto segue:
“Il rosso, così come ce lo immaginiamo, come colore tipicamente caldo, senza limiti, agisce interiormente come un colore assai vivace, acceso, inquieto, il quale non possiede però il carattere di prodigalità del giallo, che si consuma spandendosi da tutte le parti, bensì genera, nonostante tutta la sua energia e intensità, una forte nota di un’energia immensa, quasi consapevole del proprio fine.” (Wassily Kandinsky)
La mia curiosità
Si avete letto bene, ero curiosa di sapere cosa pensassero i miei “spettatori” alla visione di questa tela; sicché in allegato a questa frase di Kandinsky, ho fatto una domanda: Che film ti ispira questo astratto?
Premetto che il primo messaggio che ho ricevuto non riguarda proprio la tela in questione e mi è piaciuto il fatto che anche gli altri hanno trasmesso qualcosa:
“Come già afferma l’artista René, il rosso è un colore caldo, senza limiti sì, perciò decisivo. Mi ha trasmesso molto nel dipinto che rappresentava Alice in Wonderland. Non tutti osano vivere un forte contrasto nel quotidiano. È bello saper osare pensando ai contrasti seguendo la vivacità che possediamo in noi stessi.”
Le risposte alla mia domanda
“Spirit – Cavallo selvaggio” (Regia di Kelly Asbury, Lorna Cook, anno 200
“La Passione di Cristo” (Regia di Mel Gibson, anno 2004)
“Il racconto dei racconti” (Regia di Matteo Garrone, anno 2015)
“Il signore degli anelli” (Regia di Peter Jackson, anno 2001)
“Balla coi lupi” (Regia di Kevin Costner, anno 1990)
“Alien” (Regia di Ridley Scott, anno 1979)
“Il bene e il male” (Regia di Martin Scorsese, anno 2006)
“In fondo al bosco” (Regia di Stefano Lodovichi, anno 2015)
“Le cronache di Narnia” (Regia di Andrew Adamson, anno 2005)
E poi continuano così
“Red Dragon” (Regia di Brett Ratner, anno 2002)
“L’odore del mosto selvatico” (Regia di Alfonso Arau, anno 1995)
“La pazza Gioia” (Regia di Paolo Virzì, anno 2016)
“Suspiria” (Regia di Luca Guadagnino, anno 2018 V.M. 14 anni)
“Shining” (Regia di Stanley Kubrick, anno 1980)
“La casa” (Regia di Sam Raimi, anno 1981)
“Il signore degli anelli” (come sopra)
“Il Dio serpente” (Regia di di Piero Vivarelli, anno 1970)
“Nightmare” (Regia di Wes Craven, anno 1984 V.M. 14 anni)
“Chocolat” (Regia di Lasse Hallström, anno 2000)
“Il silenzio degli innocenti” (Regia di Jonathan Demme, anno 1991)
“Enter the Dragon” – I 3 dell’operazione Drago – (Regia di Robert Clouse, anno 1973)
Altre Ispirazioni – invito alla riflessione
“Mandala del sol levante dell’asia”
“Questo quadro mi fa pensare ad un bosco fatato, nel quale si possono nascondere folletti dispettosi che spuntano all’improvviso per spaventare chi si trova a passare di lì”
Detto questo, voi cosa ci vedete in questo “No Name”? Segui la mia pagina Facebook e fammelo sapere!
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