Paolo Bascetta – Italia – Conobbi Paolo diverso tempo fa. Non mi ricordo bene l’anno, ma sicuramente subito dopo la mia prima iscrizione al CDO (Centro Diffusione Origami) i primi mesi del 2018. La chat di Facebook aiuta a ricordare e spulciando, la prima cosa che gli avevo chiesto, era se potevo esporre nella mia prima mostra personale, un suo modello che io stessa avevo piegato: L’Armadillo Lizard. Mi sembrava un modello difficile ma se lo guardo con gli occhi di oggi, lo trovo abbastanza facile per me. Diciamo che nel 2018 mi ero quasi imposta di passare al livello successivo e quel modello faceva al caso mio.
Cosa ho imparato da Paolo Bascetta?
Tanto. Grazie ai suoi modelli, ho imparato che le difficoltà in questa materia, sono solo piccoli muri da superare ed assemblare. Quando li ho visti per la prima volta, mi sembravano muri insuperabili per me, proprio perchè fatti da piccoli e tanti tasselli da assemblare.
Fatto, muri superati!
Durante quell’anno, parlo del 2018, oltre all’ARMADILLO LIZARD ho iniziato a piegare la Bascetta Star e dopo diverso tempo anche la Bascetta Star2. Per questi due modelli, ad oggi, faccio ancora un po’ fatica a incastrare i vari moduli, per il mio piccolo problema tecnico, ma il concetto l’ho capito subito. Detto questo, anche lui ha accettato la mia richiesta di rispondere a qualche domanda, perché, come scrivevo pocanzi, in qualche modo, lui ha contribuito a darmi l’input per passare al livello successivo.
1: Paolo, A che età hai iniziato a fare origami? e perché?
Ho iniziato a fare origami a 27 anni circa. Facevo l’animatore nelle colonie estive della riviera romagnola e cercavo qualcosa di creativo da far fare ai ragazzini durante le giornate piovose. Ero negato per il disegno e anche stanco di doverli intrattenere con la chitarra, cercavo quindi qualcosa di alternativo. Trovai, in una libreria, un libro (“Introduzione all’origami” di Irmgard Kneissler) e da lì è iniziata la mia avventura in questo mondo di carta.
2: Puoi dirmi qualcosa sulla tua partecipazione al CDO? (da quando sei entrato, a quello che fai)
Inizialmente piegavo tutto quello che trovavo sui libri. Riuscivo a seguire senza troppa fatica i diagrammi dai libri e quindi pensavo, erroneamente, di essere autosufficiente. Non capivo a cosa mi servisse iscrivermi ad una associazione! Poi l’amico Pietro Busi mi convinse ad iscrivermi al CDO (Centro Diffusione Origami) e assieme andammo al primo convegno origami organizzato dall’appena nato CDO, a Firenze. Era il 1980. Da allora non ho più perso un convegno.
Dal 1985 al 1990 sono stato membro del consiglio direttivo del CDO. Attualmente la mia collaborazione riguarda l’invio di miei modelli per la pubblicazione nella rivista e l’organizzazione dei convegni di “Origami, Dinamiche educative e Didattica”.
3: Quanto sono importanti gli origami nella vita scolastica di ogni persona? In questo momento viene usato per insegnare la matematica e la geometria?
Credo che l’origami sia uno strumento utilissimo nella scuola fin dalla primaria. L’uso delle mani, la coordinazione oculo-manuale sono solo due aspetti che purtroppo, non vengono quasi mai presi in considerazione nella didattica. Unico strumento artistico: il disegno, che certo, è importantissimo, ma l’origami permette anche di “vedere” la tridimensionalità tramite le proprie mani. Di scoprire forme geometriche altrimenti mai viste prima.
Da vari anni mi dedico ai laboratori per gli insegnanti e mi rendo conto che, da qualche anno, l’interesse per la piegatura della carta è aumentato moltissimo. Non solo l’origami come giochino, passatempo o come regalino per i genitori per le varie festività ma strumento per allenare la mente. Nelle pieghe si nascondono rette, angoli, bisettrici, mediane, teoremi, ecc…
4: Sei d’accordo col fatto che un origami possa portare giovamento alla persona che lo piega?
Ne sono più che convinto. L’origami per i ciechi, ad esempio. Ho iniziato un progetto (attualmente nelle “mani” del CDO) chiamato “Origami al buio”. Ho fatto un piccolo opuscolo nel quale ho descritto a parole alcuni semplici modelli origami. So che diverse persone lo stanno utilizzando (anche docenti come esercizio di attenzione in classe per ragazzi vedenti e non) con risultati molto interessanti.
Recentemente mi ha scritto un uomo dalla Germania. Ecco le sue parole:
“…Mia moglie mi ha insegnato la tua tecnica di piegatura ed è diventata una passione per me! Li piego in modo molto preciso e con un sorriso! Ho avuto un incidente d’auto oltre sette anni fa e sono tornato in vita dopo circa un anno e mezzo in ospedale… Da allora sono su una sedia a rotelle e sono un pensionato con disabilità dall’età di 43 anni. Fare le tue stelle è un elisir di vita per me! …”
E io allora dico: Viva l’origami! – Paolo –
Le risposte di Paolo, alle mie domande, hanno fatto respirare i miei polmoni dandomi ancora più carica, nonostante la mia forza fisica -nelle braccia- sia diminuita, per il momento posso aggiungere che:
“UN ORIGAMI non sarà mai solo un pezzo di carta. La carta, dalla forma, prende vita.” Con affetto, René.